IL PICCOLO ALFONSAS
Romualdas Poลพerskis
21/04/2022 - 30/04/2022
ANCHE I NANI HANNO INCOMINCIATO DA PICCOLI
โNon conosciamo mai la nostra altezza finchรฉ non siamo chiamati ad alzarci. E se siamo fedeli al nostro compito arriva al cielo la nostra statura" (Emily Dickinson)
Nella grande tradizione della fotografia che privilegia come soggetti le deviazioni dalla norma, le disgrazie, i โFreaksโ quella dei nani รจ una categoria che vanta esempi celebri, grandi scatti: Bruce Davidson o Diane Arbus - tanto per fare due nomi - hanno prodotto dei veri capolavori in questo campo.
Romuladas Poลพerskis ne โIl piccolo Alfonsasโ usa un registro leggero, nelle sue fotografie gli elementi drammatici (che pure sono presenti) non vengono sottolineati da scelte stilistiche estreme; รจ la relazione fra il fotografo e il soggetto a determinare tutto: cosรฌ partecipativa e serena.
Ecco, Alfonsas non รจ nemmeno un nano, ma solo un uomo piccolo, molto piccolo, il piรน piccolo che ci sia in Lituania; fa il contadino, nella sua fattoria accudisce cavalli, pecore e capre. Certo, ogni cosa di fianco a lui sembra enorme, quasi irreale ma Alfonsas sembra non curarsi di questo, perchรฉ รจ un contadino e sa quello che fa: abita la propria condizione serenamente. Sembra sempre tranquillo, spesso sorride. Eโ sereno anche di fronte al mare che incontra per la prima volta: piccolo-piccolo, come ognuno di noi di fronte al mare. Piccolo di fianco ad una donna bellissima. Una donna enorme e il mare sono la natura che Alfonsas conosce bene: guarda il mare e la fanciulla con gli occhi di chi sa che cโรจ sempre qualcosa di nuovo, unโaltra possibilitร . Sembra questa la forza di Alfonsas: il sapere che cโรจ sempre un orizzonte piรน ampio di quello che stiamo vivendo, che la bellezza e lโinfinito sono normali e fanno parte della nostra vita.
Alfonsas ne ha viste di tutti i colori nel corso di settanta anni, dai suoi novanta centimetri: una vita fatta di gioie e dolori.
La storia di Alfonsas รจ la metafora della storia Lituana stessa: un paese piccolo, ma con una forte identitร ; che ha avuto una storia complicata ma che ha saputo trovare la propria strada in maniera autonoma, con coraggio, aperta al futuro.
(Jusep Torres Campalans)
IL PICCOLO ALFONSAS
Nel 1992 ho iniziato a scattare fotografie allโuomo piรน piccolo della Lituania (solo 90cm. di altezza), il contadino Alfonsas Mickus. Nel corso degli anni successivi molti eventi felici e dolorosi accaddero nella vita del piccolo Alfonsas. Le fotografie della vita quotidiana di questo contadino sono un riflesso dei cambiamenti politici ed economici accaduti in Lituania nel corso di dieci anni.
Qualche volta visitavo Alfonsas, parlavo con lui per unโora o due, come se restituissi un piccolo debito. Non credo di aver allargato i suoi orizzonti, solo in quel mondo oppresso, in quel nido di vespe appaiono contatti personali di diverso tipo, altri problemi. Egli fece su di me lโimpressione di un uomo piuttosto forte: se non gli piaceva qualcosa, te lo diceva in faccia. Era a suo agio con me; se necessario lo portavo dove voleva andare. Come fotografo non sono stato โaggressivoโ nei suoi riguardi, non ho creato situazioni artificiose e non lโho fatto recitare. Lโunica grande avventura: lo portai al mare. Nonostante avesse vissuto per settanta anni vicino al mare non lo aveva mai visto o sentito il suo mormorio.
Il mare era stato il suo piรน grande sogno. Quando Alfonsas vide il Mar Baltico cominciรฒ a correre in quella direzione. Entrรฒ nellโacqua e fu molto sorpreso di come le sue scarpe da ginnastica diventarono verdi, come se lโacqua fosse stata piena di piccole piante verdi fiorite. โForse qualcuno ha versato della vernice nellโacqua o forse ne รจ scoppiato un barile dentroโ, si diceva.
La vita di Alfonsas รจ lโepopea dei suoi guai. Smise di crescere nella sua fanciullezza quando venne spaventato da un corvo che saltรฒ sulla sua culla con le ali spiegate. Successivamente i genitori provarono a dare via il loro figlio non amato al circo, e durante il Periodo stalinista il suo nome venne inserito nella lista di quelli che avrebbero dovuto essere deportati in Siberia per via di una canzone politica. Negli anni della Rivolta contro lโoccupazione sovietica prese molto a cuore lโindipendenza della Lituania e si recรฒ nella capitale, Vilnius, a proteggere il palazzo della Seimas (Parlamento) in quei sanguinosi giorni di gennaio, seduto lร davanti, accanto al fuoco, cantando canzoni.
(Romualdas Poลพerskis)